lunedì 17 settembre 2007

Laos: Le grotte di Tham Ting


La suggestiva visita alle grotte di Tham Ting, a 50 km a Nord di Luang Prabang, mi ha portato indietro nel tempo. Dopo essere arrivati al villaggio, con na piroga abbiamo attraversato il Mekong.
Nel costone di montagna che si affaccia a precipizio sul fiume, vi sono deu grotte: una inferiore con piú di 4000 statue raffiguranti il Buddha e l’altra superiore che era l’abitaioned ei monaci.
La grotta inferiore é una sorta di santuario. Le statue del Buddha, sono state lasciate lí dai fedeli nel corso dei secoli.
Alla grotta superiore si arriva dopo 214 gradini. Lungo quest’itinerario ci sono parecci bamvini che cercano i venderci delle gabbie con degli uccellini. Liberare un uccellino, nella cultura religiosa buddista, é un segno propiziatorio di benedizione, di libertá. Quacuno acquista la gabbietta e raccolto in preghiera libera l’uccellino.
Questa seconda grotta era l’abitazione dei monaci eremiti. Con l’ausilio di due torce, ci inoltriamo nella seconda stanza della grotta, dove oltre a parecchie statue del Buddha é ancora ben visibile il luogo dove soggiornavano i monaci.
Il posto immerso nel verde della foresta, angusto ed austero, mi ha fatto immediatamente pensare all’eremo di S. Benendetto a Subiaco (Roma). Gli eremiti, a qualunque religione appartengano, hanno in comune aspetti diversi: il distacco dal mondo, il contatto con la natura, la penitenza e la preghiera. Evidentemente questi aspetti esterni sono il segno di esperienze interiori diverse. Per gli eremiti cristiani era una modalitá di sequela del Cristo che visse 40 giorni nel deserto, che ogni tanto si ritirava solo in luogo disparte per pregare il Padre cleste. Per i buddisti é una forma di ascesi personale nel cammino di autoliberazione nel cammino verso il raggiungimento del nirvana.

Luang Prabang 6 Agosto 2007

Sergio Natoli

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