La visita del papa è sempre un avvenimento speciale ed interessa in modo immediato la comunità ecclesiale, ma ha varie ripercussioni anche nella società civile.
Molti attendono questa venuta di Benedetto XVI per avere una parola che illumini la strada su cui cammina la comunità umana. Altri perché hanno il desiderio di poterlo incontrare, di poterlo vedere da vicino magari per stringergli o baciargli la mano. Non so quante di queste attese potranno trovare una risposta, ma è certo che la sua venuta a Palermo permetterà a molti di incontrarsi, di stare insieme, di riconoscersi come “Popolo di Dio”.
E’ ciò che sta succedendo con un gruppo di 70 giovani di 10 nazioni diverse dei quattro continenti. Sono il segno visibile, la punta di un “iceberg” di una realtà multietnica presente nel nostro territorio che ha deciso di camminare sulla strada del futuro, la strada dell’interculturalità.
Essi sono la seconda generazione degli immigrati che nella nostra isola sono il 3% della popolazione.
Questi giovani, fanno capo in modo e forma diversa all’Ufficio per le migrazioni dell’Arcidiocesi di Palermo e provengono, oltre che dall’Italia, dal Ghana, Marocco, Sri Lanka, Mauritius, Ghana, Filippine, Perù, Colombia ed Ecuador.
Nella coreografia che verrà presentata a tutti i giovani della Sicilia radunato in Piazza Politeama, dal titolo “Arcobaleno di popoli”, le loro brevi danze tradizionali esprimeranno alcuni aspetti delle loro differenti culture. Le danze hip hop e breack dance esprimeranno la cultura occidentale, una cultura che spesso non è in grado di far spazio e di far emergere le bellezze e le ricchezze delle culture portate dagli immigrati. Avviene allora che queste ultime vengano soffocate o annientate dalla cultura occidentale. In questa situazione socio-culturale che sembra richiamare alla mente la visione delle ossa aride di Ezechiele, è l’Amore, personificata da una ragazza vestita di bianco, a far nuove tutte le cose; è l’Amore a liberare dall’oppressione individui e gruppi sociali; è l’Amore a far rifiorire relazioni interpersonali divenendo la linfa vitale di una nuova civiltà, la civiltà dell’Amore; una civiltà formata da un “arcobaleno di popoli” che vive e costruisce la pace e l’armonia nel medesimo territorio.
E’ questa la speranza che i giovani, figli di immigrati, desiderano trasmettere a tutti gli altri giovani radunati a Palermo in occasione della venuta del Papa, il 3 prossimo 3 ottobre.
Palermo 15 Settembre 2010
p. Sergio Natoli omi
Molti attendono questa venuta di Benedetto XVI per avere una parola che illumini la strada su cui cammina la comunità umana. Altri perché hanno il desiderio di poterlo incontrare, di poterlo vedere da vicino magari per stringergli o baciargli la mano. Non so quante di queste attese potranno trovare una risposta, ma è certo che la sua venuta a Palermo permetterà a molti di incontrarsi, di stare insieme, di riconoscersi come “Popolo di Dio”.
E’ ciò che sta succedendo con un gruppo di 70 giovani di 10 nazioni diverse dei quattro continenti. Sono il segno visibile, la punta di un “iceberg” di una realtà multietnica presente nel nostro territorio che ha deciso di camminare sulla strada del futuro, la strada dell’interculturalità.
Essi sono la seconda generazione degli immigrati che nella nostra isola sono il 3% della popolazione.
Questi giovani, fanno capo in modo e forma diversa all’Ufficio per le migrazioni dell’Arcidiocesi di Palermo e provengono, oltre che dall’Italia, dal Ghana, Marocco, Sri Lanka, Mauritius, Ghana, Filippine, Perù, Colombia ed Ecuador.
Nella coreografia che verrà presentata a tutti i giovani della Sicilia radunato in Piazza Politeama, dal titolo “Arcobaleno di popoli”, le loro brevi danze tradizionali esprimeranno alcuni aspetti delle loro differenti culture. Le danze hip hop e breack dance esprimeranno la cultura occidentale, una cultura che spesso non è in grado di far spazio e di far emergere le bellezze e le ricchezze delle culture portate dagli immigrati. Avviene allora che queste ultime vengano soffocate o annientate dalla cultura occidentale. In questa situazione socio-culturale che sembra richiamare alla mente la visione delle ossa aride di Ezechiele, è l’Amore, personificata da una ragazza vestita di bianco, a far nuove tutte le cose; è l’Amore a liberare dall’oppressione individui e gruppi sociali; è l’Amore a far rifiorire relazioni interpersonali divenendo la linfa vitale di una nuova civiltà, la civiltà dell’Amore; una civiltà formata da un “arcobaleno di popoli” che vive e costruisce la pace e l’armonia nel medesimo territorio.
E’ questa la speranza che i giovani, figli di immigrati, desiderano trasmettere a tutti gli altri giovani radunati a Palermo in occasione della venuta del Papa, il 3 prossimo 3 ottobre.
Palermo 15 Settembre 2010
p. Sergio Natoli omi
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