sabato 19 giugno 2010

I colori della pace: Pellegrinaggio dei migranti di Sicilia a Tindari (ME)

I COLORI DELLA PACE

Il sole cocente e l’alta temperatura non ha scoraggiato minimamente i 1.000 partecipanti al pellegrinaggio organizzato dall’Ufficio regionale migranti della Conferenza Episcopale Siciliana.
“I colori della pace” sono dipinti da quanti sono impegnati nel quotidiano ad essere “operatori di pace” attraverso le normali attività lavorative. “I colori della pace” sono dipinti da uomini e donne che provengono dai cinque continenti e che vivono nella nostra isola.
Vedere insieme Cingalesi e Tamil che nello Sri Lanka hanno vissuto per 35 anni una terribile guerra civile è un “colore della pace” molto eloquente.
Vedere insieme filippini ed ecuadoregni, mauriziani ed ivoriani, ghanesi e polacchi, italiani ed indiani, senegalesi e rumeni è un segno di speranza di una nuova umanità multietnica e multiculturale che vive nel medesimo territorio.
La varietà dei vestiti tradizionali, delle musiche e delle danze, della modalità di esprimere la medesima fede in Gesù Cristo Salvatore del mondo, sono la grande novità di questa assemblea regionale. Unità e diversità che si intrecciano in un fascio di luce emanato dalla vita di persone normali che vivono e lavorano con serietà ed impegno nella nostra isola. E’ i segno di una società che passa dalla multiculturalità all’interculturalità.
Il saluto e l’accoglienza di Mons. Zambito, Vescovo di Patti, e l’omelia pronunciata da Mons. La Piana Arcivescovo di Messina che ha presieduto la celebrazione eucaristica interculturale, hanno collocato l’iniziativa nell’ambito del cammino delle Chiese di Sicilia.
La pace è un bene prezioso, un bene che va perseguito che va posto sopra gli interessi privati. Tutti, in modi e forme diverse possono contribuire alla costruzione di una società che vive nella pace. Le centinaia di palloncini colorati portati nella processione che si è snodata dalla “Casa della Vita” al Santuario di Tindari, erano il simbolo, il segno visibile di questo desiderio e della preghiera rivolta alla “Bella Madre del Tindari”, affinché la pace portata da Gesù regni nei cuori di ciascuno e nella vita della gente. I colori dei palloncini simboleggiavano dei 5 continenti: il verde l'Africa con le sue verdi foreste; il rosso il continente Americano che fu fondato dall’uomo dalla pelle rossa , cioè dagli indiani; il bianco il continente Europeo, perché vi risiede il suo padre spirituale: il bianco Pastore della Chiesa, cioè il Papa; l’azzurro il continente Australiano, l'Oceania e le altre isole nelle azzurre acque del Pacifico dove Cristo è ancora poco conosciuto; il giallo il vasto continente Asiatico, la terra del Sol Levante, la culla della civiltà di un tempo. Dinanzi al sagrato del Santuario sono stati liberati tutti i palloncini quale segno della preghiera di tutti gli uomini della terra che sale al cielo, per chiedere insieme a Maria il dono della pace per tutti i popoli.
Nella celebrazione eucaristica, oltre alle quattro principali lingue veicolari (italiano, inglese, francese e spagnolo) sono state utilizzate altre lingue materne come il twi, il tagalog, il cingalese il tamil. Una “nuova Pentecoste”, dove l’unico linguaggio dell’Amore si esprimeva nelle diversità delle lingue degli uomini e delle donne lì presenti. Canti e danze rituali sono state l’espressione culturale diversa dell’unica fede in Gesù, così come l’atto di affidamento alla Vergine nera del Tindari, composta appositamente per questa circostanza da p. Sergio Natoli omi.


ATTO di AFFIDAMENTO

Vergine Santissima del Tindari abili mani hanno voluto esprimere la tua regalità,
scolpendo la tua effigie in un cedro del Libano.
Da dodici secoli su questo incantevole colle risplende sovrana la tua bellezza.
Sei “bruna ma bella”, attiri a te quanti ti riconoscono come Madre di Misericordia
e custodisci tutti come tuoi figli e figlie.
La tua “negritudo” rende più vicini al nostro cuore
i popoli che ancora soffrono
e patiscono sotto le tante subdole forme di schiavitù.
Intere generazioni di emigrati hanno portato con loro la tua effigie in altri continenti
e continuano a pregarti ed amarti con questo titolo in tante parti del mondo.
Tu che con il tuo sposo Giuseppe per difendere la vita di Gesù hai vissuto da esule in Egitto, continua anche oggi a custodire le innumerevoli folle
che fuggono da nazioni dove ancora si muore per la guerra, per la fame per le persecuzioni,
per la cattiveria del cuore dell’uomo che vive sotto il giogo del potere e dell’avidità.
Maria Santissima del Tindari, custodisci tutti i migranti che ora vivono in questa terra di sole.
A Te affidiamo i giovani e le famiglie, quanto sono soli e lontani dai loro cari,
i profughi, gli ammalati: concedi a tutti conforto, consolazione e pace.
Ed a tutti noi che siamo pellegrini su questa terra,
mostraci la patria del cielo dove vivi e regni con il tuo figlio Gesù Salvatore del mondo.
O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

(P. Sergio Natoli omi, Aprile 2010)

Palermo 18 Giugno 2010

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