Oggi in questa Basilica della Magione di Palermo celebriamo la Giornata mondiale Migranti. E' un appuntamento annuale a cui il S. Padre Benedetto XVI dedica un messaggio. Quest'anno il suo messaggioha come titolo: "Una sola famiglia umana".
Abbiamo da poco celebrato l'Epifania. Gesù si manifesta come Signore e viene adorato dai pastori e dai Re magi, segno profetico dell'universalità del messaggio di Salvezza, segno anticipatore che il Vangelo dell'Amore è per tutti popoli.
Questo germe della salvezza universale, dopo 2000 anni, era visibilmente evidente nella Cattedrale di Palermo per la presenza di più di un migliaio di persone provenienti dai cinque continenti. Abbiamo pregato in diverse lingue: dal coreano all'inglese, dal tagalog allo spagnolo, al creol, al tamil ed all'italiano. Tutti ci siamo sentiti un unico popolo di Dio, una sola grande famiglia: la famiglia dei figli di Dio. Insieme abbiamo pregato affinché i cuori di tutti gli uomini si aprano all'accoglienza, perché nel mondo crescano la giustizia e la carità, colonne per la costruzione di una pace autentica e duratura, ed in particolare affinchè lo Stato Italiano conceda in tempi brevi la cittadinanza a quanti nascono nel nostro "bel Paese".
Aver vissuto un'esperienza forte di fraternità ci ha confermati nell'idea che è possibile essere "Una sola famiglia umana" nel medesimo territorio, "una sola famiglia di fratelli e sorelle in una società che si fa sempre più multietnica ed interculturale, dove anche le persone di varie religioni sono spinte al dialogo, perché si possa trovare una serena e fruttuosa convivenza nel rispetto delle legittime differenze"[1]. Noi "non viviamo gli uni accanto agli altri per caso; stiamo tutti percorrendo uno stesso cammino come uomini e quindi come fratelli e sorelle"[2].
Le strade che hanno percoso i circa 6 milioni di migranti che attualmente vivono in Italia sono diverse. "Molti hanno dovuto affrontare la difficile esperienza della migrazione, nelle sue diverse espressioni: interne o internazionali, permanenti o stagionali, economiche o politiche, volontarie o forzate. In vari casi la partenza dal proprio Paese è spinta da diverse forme di persecuzione, così che la fuga diventa necessaria, come lo fu per la famiglia di Nazareth che dovette fuggire in Egitto. Il fenomeno stesso della globalizzazione, caratteristico della nostra epoca, non è solo un processo socio-economico, ma comporta anche "un'umanità che diviene sempre più interconnessa", superando confini geografici e culturali. Tutti, dunque, fanno parte di una sola famiglia, migranti e popolazioni locali che li accolgono, e tutti hanno lo stesso diritto ad usufruire dei beni della terra, la cui destinazione è universale. E' qui il fondamento della solidarietà e della condivisione"[3].
Ma ci sono anche delle strade che continuano ad essere battute dagli italiani che vanno all'estero. Circa 50.000 persone all'anno lasciano il nostro Paese. Si tratta di emigranti comuni, di studenti ed anche di "cervelli creativi" che non trovano adeguato spazio nei differenti settori della ricerca. Attualmente su 60 milioni di abitanti circa 4 milioni di italiani vivono all'estero, alla ricerca di una riuscita umana[4].
Tra i migranti vanno menzionati in modo particolare i rifugiati ed i profughi. Sono milioni - si parla di 43,3 milioni - le persone nel mondo costrette a una migrazione a causa di conflitti armati, persecuzioni a motivo di razza, nazionalità o religione, ragioni politiche, disastri naturali. [Nel 2009 ci sono state 377.000 domande di asilo nei Paesi industrializzati.] In Italia ci sono 55.000 rifugiati, un numero contenuto se paragonato ad altri paesi europei: [Germania (quasi 600.000), Regno Unito (270.000), Francia (200.000), Olanda (80.000). Se in Italia] abbiamo un rifugiato ogni 1000 abitanti, in Svezia 9, in Germania 7, nel Regno Unito 5 ogni 1.000 abitanti. Il tema dei respingimenti in mare, una politica che nel Mediterraneo ha interessato anche l’Italia, rischia di ledere profondamente i diritti dei richiedenti asilo e la protezione internazionale, perché non permette di identificare i migranti e verificare la situazione personale. La maggior parte dei richiedenti asilo giunti in Italia nel 2009 proveniva dal continente africano[: Nigeria (3.710), Somalia (1.490), Eritrea (865). Dall’Asia le richieste d’asilo maggiori sono state di persone che provenivano dal Pakistan (1.250), Bangladesh (1.195). [5]]
Parimenti, dal Sud del mondo giunge in Italia anche uno stuolo di studenti. Nell’anno accademico 2008-2009 gli universitari stranieri in Italia risultano essere 54.707, il 3,1% della totalità degli iscritti alle università italiane (1.759.039). Frequentano le nostre università, e "costituiscono dei "ponti" culturali ed economici tra i loro Paesi e quelli di accoglienza, e tutto ciò va proprio nella direzione di formare "una sola famiglia umana". È questa convinzione che deve sostenere l'impegno a favore degli studenti esteri e accompagnare l'attenzione per i loro problemi concreti, quali le ristrettezze economiche o il disagio di sentirsi soli nell'affrontare un ambiente sociale e universitario molto diverso, come pure le difficoltà di inserimento. Nella scuola e nell'università si forma la cultura delle nuove generazioni: da queste istituzioni dipende in larga misura la loro capacità di guardare all'umanità come ad una famiglia chiamata ad essere unita nella diversità".[6]
Chi ha avuto l'opportunità di recarsi nei Paesi del Sud del mondo, o anche leggendo con attenzone i fatti e gli avvenimenti del mondo, si giunge alla convinzione che "la mancanza di fraternità tra gli uomini e tra i popoli" [7] è causa profonda del sottosviluppo ed incide fortemente sul fenomeno migratorio. "L’emigrazione non è uno svago, una passeggiata per diporto. Spesso diventa dramma per l’entroterra umano e sociale nella vita di chi parte e dei suoi familiari. Miseria, fame, precarietà, malattie, contrasti sociali, lotte etniche, sfruttamento e colonialismo economico, persecuzioni sono alla base, ma anche un giusto interesse nella ricerca di una vita migliore. L’immigrazione per il paese accogliente non è un disagio sociale assoluto, anzi può essere risorsa, poiché tante volte nei paesi accoglienti vi è un forte calo demografico, con caduta del lavoro specialmente di quei lavori che gli abitanti nativi non desiderano compiere, per una mentalità di scelta che è cambiata. D’altra parte gli immigrati sono persone che si impegnano come lavoratori in settori diversi come il servizio alla persona, alla famiglia, nell'edilizia, nell’agricoltura, nel piccolo commercio, etc.".[8]
"In una società in via di globalizzazione, il bene comune e l'impegno per esso non possono non assumere le dimensioni dell'intera famiglia umana, vale a dire della comunità dei popoli e delle Nazioni, così da dare forma di unità e di pace alla città dell'uomo, e renderla in qualche misura anticipazione prefiguratrice della città senza barriere di Dio" [9].
Il mondo dei migranti è vasto e diversificato. Conosce esperienze meravigliose e promettenti, come pure, purtroppo, tante altre drammatiche e indegne dell'uomo e di società che si dicono civili. Per la Chiesa, questa realtà costituisce un segno eloquente dei nostri tempi, che porta in maggiore evidenza la vocazione dell'umanità a formare una sola famiglia.
Oggi noi preghiamo insieme Dio, Padre di tutti, perché ci aiuti a non perdere la speranza ad essere, ciascuno in prima persona, uomini e donne capaci di relazioni fraterne; e, sul piano sociale, politico ed istituzionale, si accrescano la comprensione e la stima reciproca tra i popoli e le culture. [10]
Oggi noi preghiamo affinché l'amore, che è iscritto nel cuore di ogni persona diventi la strada su cui tutti possiamo camminare.
Amen.
[1] Dich. Nostra aetate, 1
[2] Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2008, 6
[3] cfr Benedetto XVI, Messaggio Gioranta Mondiale Migranti 2011
[4] cfr Rapporto Italiani nel Mondo, Idos, Dicembre 2010
[5] Mons. Giancarlo Perego, Direttore generale Migrantes, http://www.siti.chiesacattolica.it/pls/siti/V3_S2EW
_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=2698&rifi=guest&rifp=guest
[6] cfr Benedetto XVI, Messaggio Gioranta Mondiale Migranti 2011
[7] Paolo VI, Enciclica Populorum progressio, 66
[8] Mons Bruno Schettino, Arcivescovo di Capua - Presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni, http://www.siti.chiesacattolica.it/pls/siti/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=2688&rifi=guest&rifp=guest
[9] BENEDETTO XVI, Enc. Caritas in veritate, 7
[10] cfr. Benedetto XVI, Messaggio giornata mndiale Migranti 2011
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