lunedì 17 ottobre 2011

Un popolo in missione

Sono le nove del mattino del 15 ottobre 2011, festa di S. Teresa. Mi trovo in Vaticano nell’aula del Sinodo dei Vescovi. Con il mio Provinciale sono tra gli invitati alla sessione organizzata dal Pontificio Consiglio del Dicastero per la Promozione della Nuova Evangelizzazione[1], che ha per tema “Nuovi evangelizzatori per la Nuova Evangelizzazione” che ha come scopo principale quello di approfondire gli ambiti di un rinnovato annuncio del Vangelo nei Paesi di antica tradizione cristiana.

Man mano che la sala si riempie, nell’aria riecheggiano lingue diverse: spagnolo, inglese, polacco, italiano, etc. segno eloquente dell’internazionalità dell’iniziativa. Sono presenti 33 rappresentati della Conferenze episcopali e 115 rappresentanti di istituzioni religiose( Istituti, associazioni, movimenti aggregazioni laicali, etc.). I laici sono più numerosi dei rappresentanti del clero e dei religiosi, segno visibile ed eloquente del popolo di Dio, focalizzato dal Vaticano II, responsabile e protagonista dell’espansione del Regno di Dio.

Questo incontro vuole essere un contributo per offrire una riflessione alla XIII sessione del Sinodo dei Vescovi per riflettere sul tema “La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana” che si terrà a Roma nell’Ottobre del 2012. Al n.6 dei Lineamenta si legge: “La nuova evangelizzazione è dunque un’attitudine, uno stile audace. E’ la capacità da parte del cristiano di saper leggere e decifrare i nuovi scenari che in questi ultimi decenni sono venuti creandosi dentro la storia degli uomini, per abitarli e trasformarli in luoghi di testimonianza e di annuncio del Vangelo”.

Mons. Rino Fisichella, Presidente del Dicastero, fotografa con chiarezza la situazione. “Ci troviamo alla conclusione di un’epoca che ci obbliga a prendere in seria considerazione il nuovo che si staglia all’orizzonte”. Un’eco di quanto affermato da Benedetto XVI: “ Nel nostro tempo uno dei tratti singolari è stato il misurarsi con il fenomeno del distacco della fede, che si è progressivamente manifestato presso società e culture che da secoli apparivano impregnate dal Vangelo”.

Il Presidente del Dicastero prosegue con l’individuazione di alcuni ambiti d’intervento:

1. Risvegliare nei cristiani gli impegni battesimali che li hanno costituiti testimoni di Cristo, rinnovando le strutture di base e la pastorale parrocchiale, e facendo sì che là dove si celebrano delle “missioni al popolo” si raggiunga l’obiettivo che la comunità parrocchiale diventi “un popolo in missione”, perché l’evangelizzazione è la missione propria della Chiesa e ne costituisce la sua finalità.

2. La liturgia come luogo dell’incontro personale e comunitario con il Signore specialmente nell’Eucarestia, come linfa vitale dell’annuncio. L’ascolto della Parola genera la fede. Uno spazio particolare è riservato al sacramento della riconciliazione ed alla direzione spirituale come verità sulla vita ed esperienza dell’Amore e della Misericordia di Dio.

3. Penetrare nell’ambito della cultura che sotto l’influsso del secolarismo si fa sentire anche sui cristiani elaborando percorsi ragionevoli e delle terapie evangeliche perché il mondo contemporaneo sembra soffrire per la cultura dell’immagine, per la mentalità edonistica, per superficialità ed egocentrismo ed anche per la perdita degli elementi fondamentali della fede..

4. La promozione della famiglia come spazio naturale in cui avviene la trasmissione della fede e su cui si centra la vita sociale, perché molte delle trasformazioni tipiche del nostro tempo hanno la loro influenza sulla vita e sull’economia della famiglia.

5. La situazione culturale e sociale internazionale, la globalizzazione, propongono una nuova centralità della politica, chiamata a dare forma all’impegno per la pace, lo sviluppo e la liberazione dei popoli. Il Vangelo può tradursi in un impegno diretto nella vita politica e con la partecipazione attiva alle decisioni nella stesura delle leggi, perché le leggi producono cultura e la cultura produce uno stile di vita.

6. Il fenomeno migratorio vede la mobilità di milioni di persone, molte delle quali sono cattoliche. Esse sono una risorsa per la nuova evangelizzazione. Spesso la nostra società li inghiotte. La loro fede e le loro tradizioni religiose possono sconvolgere l’indifferenza dei nostri cristiani. Anche le masse migratorie che professano altre religioni, manifestano antiche strade di saggezza e di ricerca dell’Assoluto. Con quanti non credono sono possibili cammini comuni su temi come il valore della vita, la salvaguardia del creato, etc.

7. Tra le cause che hanno contribuito alla creazione di una nuova situazione culturale, senza dubbio va considerato il mondo della comunicazione e soprattutto lo sviluppo più recente dell’interconnessione attraverso la rete. La moderna forma di comunicazione produce espressioni culturali nell’attuale mediapoli, che modifica i comportamenti personali e di massa. La comunicazione non sono solo i mezzi, ma è un vero e proprio aereopago da innervare con l’annuncio evangelico

In tutti questi ambiti, il primato spetta al rapporto interpersonale, fatto di testimonianza e di annuncio.

Dopo alcuni approfondimenti sui temi sono state proposte alcune testimonianze ed esperienze significative. Don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, ha parlato dell'evangelizzazione della cultura; il professor Adriano Roccucci (Comunità di Sant'Egidio), dell'accoglienza ai migranti; la brasiliana Luzia de Assis Santiago, dell'impegno di testimonianza cristiana nei media attraverso l'esperienza di Canção Nova; il fondatore del Cammino neocatecumenale, lo spagnolo Kiko Argüello, dell'importanza basilare della famiglia nella trasmissione della fede; il francese Jean-Luc Moens (Communauté dell'Emmanuel), di come ciò che viene annunciato debba essere poi reso presente e vivo nella preghiera liturgica e nella partecipazione ai sacramenti; Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito, del popolo di Dio chiamato a impedire la marginalizzazione della fede dalla vita pubblica. Molto applaudito, infine, l'intervento di don Pigi Perini, dal 1977 parroco di Sant'Eustorgio a Milano, che si è soffermato sulla pastorale svolta dalle cellule parrocchiali di evangelizzazione.

Nel pomeriggio nell’aula Paolo VI gremita all’inverosimile dei rappresentanti dei nuovi evangelizzatori, con la presenza del S. Padre si è conclusa la giornata di lavori. Benedetto XVI affermava che “Il mondo di oggi ha bisogno di persone che annuncino e testimonino che è Cristo ad insegnarci l’arte di vivere, la strada della vera felicità, perché è Lui stesso la strada della vita; persone che tengano prima di tutto esse stesse lo sguardo fisso su Gesù, il Figlio di Dio: la parola dell’annuncio deve essere sempre immersa in un rapporto intenso con Lui, in un’intensa vita di preghiera. Il mondo di oggi ha bisogno di persone che parlino a Dio, per poter parlare di Dio”.

Domenica, il S. Padre ha celebrato l’Eucarestia nella Basilica di S. Pietro. Concelebrando con il successore di Pietro, nel mio cuore è risuonato ancora il mandato missionario di Gesù: “Andate, annunciate”. Percorrerò strade, visiterò famiglie, consolerò cuori affranti, accogliendo ciascuno nel nome del Signore Gesù con la grazi e la forza dello Spirito che è stato effuso anche nel mio cuore. Nel suo nome continuerà a proclamare il Vangelo dell’Amore e la salvezza in Gesù via, verità e vita.

Roma 16 Ottobre 2011


[1] Costituita da Benedetto XVI con Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio il 21 settembre 2010. L'istituzione del Pontificio Consiglio risponde alle preoccupazioni espresse ripetutamente dal Magistero e intende offrire risposte adeguate perché la Chiesa, nel suo slancio missionario, promuova e attui la nuova evangelizzazione. Il suo servizio è reso in modo particolare alle Chiese di antica fondazione e a quelle presenti nei territori di tradizione cristiana, che sono maggiormente sottoposte al fenomeno della secolarizzazione.

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