giovedì 14 febbraio 2013

Dialogo interreligioso a Palermo

Elementi sulla presenza, sulla dislocazione delle confessioni religiose e sulle iniziative in materia del dialogo interreligioso intraprese con buone prassi a vari livelli locali.
di Sergio Natoli

Nella nostra Provincia di Palermo la presenza di immigrati ha dato visibilità alle differenti appartenenze religiose.
I dati delle appartenenze religiose  si possono estrapolare dal Dossier Statistico ordine numerico
·           I Cristiani Ortodossi in particolare i Rumeni si ritrovano nella Chiesa di S. Giorgio, Piazza XIII Vittime, inoltre hanno un luogo di culto in via colonna Rotta 13/A che è segita dal Sacerdote e Presidente Zaverjinschi Vasile Sebastian e nella Chiesa dei Santi Atanasio il Grande ed Agata Martire in Via Sampolo.
·           Gli hindu dello Sri Lanka sono circa 1500 persone si ritrovano nel tempio
·           I Buddisti dello Sri Lanka non hanno un luogo preciso
·           I Musulmani oltre che all'ex chiesa di S. Paolino hanno anche altri piccoli luoghi di culto. spesso ubicati in garages o locali a piano terra come quello ubicato in Via Andrea Anfuso.
·           Sono molto cresciute le comunità e le chiese cristiane protestanti, avventiste e pentecostali come alche le appartenenze ad altre aggregazioni religiose come i testimoni di Geova.

Luoghi di culto
I fedeli delle differenti religiose per esprimere la loro fede religiosa fanno fatica a trovare dei luoghi di culto idonei alle differenti fedi religiose, ma anche in ordine ai numeri degli aderenti. La difficoltà del luogo di culto è anche per i cattolici, non è solo per gli appartenenti alle altre religiosi.
Questo diritto di esprimere la propria fede deve coniugarsi con l'organizzazione civica, con il Piano Regolatore e gli uffici comunali. A volte, però, nelle comunità con fedi diverse da quella cattolica, c'è una sorta di pretesa di scorciatoia giuridico-amministrativa, di richiesta di privilegio rispetto agli stessi cattolici, in ordine all'ottenimento di un luogo di culto.
Non è difficile trovare espressioni di fede religiosa hindù anche con delle processioni per le strade della nostra città quando c'è la festa del festa di Deepavali (13 Novembre) o per la festa del Diwali (28 Ottobre).


Il dialogo interreligioso
La nostra città di Palermo, per il suo secolare bagaglio culturale stratificatosi nel cammino della gente esiste una grande e larga tolleranza di fronte a persone straniere di altre religioni. Anche se non tutti sono coscienti di vivere un'esperienza di dialogo interreligioso, possiamo affermare che esiste un'interazione positiva ed una cooperativa fra persone o gruppi di persone appartenenti a differenti tradizioni religiose. Questo dialogo si basa sul presupposto che tutte le parti coinvolte, a livello individuale e istituzionale, accettino e operino per la tolleranza e il rispetto reciproco.
Il dialogo interreligioso è vissuto in modi e forme diverse.

1.         Il dialogo della vita
E' la forma basale della convivenza di persone e popoli stranieri che vivono nel medesimo territorio. Tutti abbiamo bisogno di mangiare, di vestirci, di curarci, di badare alla famiglia ed all'educazione ed istruzione dei figli. E' su questa piattaforma che si costruisce una società multiculturale e multi-religiosa. E' in questa base che avvengono le "contaminazioni" culturali che fanno progredire la società facendola divenire "interculturale" nella multi-religiosità. Se pensiamo solo al fenomeno del "kebab" e dei mille accessori della moda, ci rendiamo conto in quanti altri ambiti della vita questa "contaminazione" positiva avviene. Questa dimensione tocca in modo particolare il mondo degli adulti.

2.          Il dialogo formativo
L'insegnamento della religione cattolica nelle scuole, se vissuta nel rispetto delle programmazioni ministeriali, e con metodologie adeguate che permettono al docente di entrare in dialogo con le nuove generazioni, permette di trasmettere all'interno delle classi dove sono presenti figli di immigrati che vivono fedi diverse da quella cattolica, il sapere e le ricchezze delle altre religioni e di formare gli alunni al valore dell'accoglienza della diversità, della tolleranza e del rispetto, attraverso la dinamica della conoscenza.

3.          Il dialogo interreligioso istituzionale
E' quasi sempre promosso dalla Chiesa cattolica che al suo interno, a livelli diversi, ha sempre un ufficio che s'interessa e programma attività con finalità di promozione del dialogo inter-religioso. Sono quasi inesistenti le iniziative che partono dalle differenti  comunità religiose non cattoliche.

4.          Le buone prassi
Questo cammino di convivenza sono vissute una serie di iniziative che riguardano l'ambito umano, così com'è vissuto dalle persone di altre religioni. Quindi non tanto iniziative religiose, cioè volte al rapporto con la divinità, quanto iniziative vissute da uomini e donne religiose, volte alla relazione interpersonale e sociale. Queste buone prassi sono vissute anche da associazioni di immigrati o altre associazioni che s'interessano di immigrati. Ambiti privilegiati di queste buone prassi sono: lo sport, la musica e la danza, il sostegno scolastico dei ragazzi.
Un'esperienza prettamente religiosa è quella vissuta con la comunità hindu degli immigrati provenienti dall'isola Mauritius. L'occasione annuale è data dalla celebrazioni del Beato Laval. Un missionario francese, andato a Mauritius, che oltre ad evangelizzare la gente dell'isola ha contribuito al'eliminazione della schiavitù. Per tale motivo è definito "Padre della Patria" ed è venerato da tutto il popolo con le differenti appartenenze religiose. Ciò avviene anche qui: a Palermo: p. Laval è venerato dai cattolici ma anche dagli hindu. con una massiccia presenza di tutti.


5.          Le relazioni con i musulmani
La concezione del mondo, della vita, del culto, del rapporto con le altre religioni, della società di natura teocratica, rendono molto difficile e complesse le relazioni bilaterali. Esiste un formale dialogo inter-religioso. Nella vita, a volte  esiste un dialogo impastato di "superorità-inferiorità" che si traduce spesso in "pretese", ma che rende molto difficile la convivenza.

Palermo 14 Feb 2013

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