La missione della donna nel lavoro
Esperienza di Yolanda Canayan
Sono Yolanda, vengo dalla Filippine. Da quasi 30
anni che vivo e lavoro qui a Palermo. Mi sono trovata bene qui
subito dopo che sono arrivata.Sono laureata in economia e commercio.Mia sorella
è arrivata prima di me, anche lei è laureata ed è una maestra in una
scuola media.,lavoriamo come badante.
Quando una decide di emigrare, il maggior
ostacolo da superare non è ne la ricerca di un lavoro, ne trovare un posto dove
stare, ne tanto meno imparare la lingua del luogo ospitante, ma superare lo
shock culturale, cioè l'ansia che deriva dalla
perdita di tutti i segni familiare e dei simboli dei rapporti sociale.Ma
come cultura credo che siamo più vicina alla cultura siciliana..La
nostra cultura Filippina è intrisa di cristianesimo.
Anche da noi, la donna ha avuto sempre un ruolo
importante e impegnativo non soltanto nell'ambiente familiare e sociale.
L'esperienza di Maria che accolse l'anuncio dell'angelo, che essere madre di
Gesù e vivere una nuova missione mi ha guidato e continua a guidarmi nel
cammino della mia vita.
In ambito economico e sociale,
lavorare significa occupare il tempo nel fare qualcosa produttiva traendo un
vantaggio economico.In ambito spirituale, il lavoro è quella forza unita alla
consapevolezza la propria natura potenziale portando a termine compiti etici
che possano fornire un beneficio spirituale e morale a se stessi, all'ambiente
sociale e naturale. Come diceva San Josemaria Escrivà "il lavoro e l'amore
sono i modi in cui l'umanità costituisci la civiltà ".
E quindi il lavoro diventa anche
un impegno, una missione spirituale e questo impegno bisogna svolgere con AMORE
con l'A maiuscola. In ogni lavoro che dobbiamo eseguire ci deve essere l'Amore.
Secondo me se il lavoro lo facciamo solo per i soldi allora il lavoro diventa
una frustrazione,sofferenza e non sei mai contenta. Diceva un filosofo pacifista
" non assumere un uomo che fa il lavoro per soldi, ma che lo fa per amore
di essa..
Allora, i Filippini come me nel
mondo del lavoro. Noi abbiamo una cultura con una forte legame familiare la
quale ci aiuta a lavorare dentro le case o con le persone che hanno i
bisogni....con spirito amorevole legandoci facilmente a queste famiglie. La maggior
parte di noi sono diplomati, laureati e avevano un posto sicuro nel nostro
paese. Ma questo il più delle volte non li ferma nel raggiungere il sogno di
avere una vita più sicura e dignitosa. Quindi anche lavorando in questo settore
come colf o badante non ci crea difficoltà.
Nel mio caso il mio lavoro
è diventata una missione. Sono sottopagata, non per volere del mio datore di
lavoro.Si può domandare " come? ". Allora, io lavoro da una persona
che conosco da quando sono arrivata qui a Palermo cioè da 30 anni. Questa
persona è una persona buona,molto religiosa che aiutava tanta persone ma
sopratutto aiutava i più poveri , posso dire che è una persona benestante.
Questo datore di lavoro ci ha voluto bene come fossimo i suoi nipote, infatti per
volere di lui lo chiamiamo Zio.Rispettava i suoi obblighi come datore di lavoro
e noi come i suoi lavoratore... ma con rapporti familiare. Poi purtroppo arrivò
il tempo che si ammalò, ha un alzheimer molto aggressiva. Da 3 anni che la
nostra situazione è cambiata, come tutti lo sanno l'alzheimer è una
malattia crudele, fa dimenticare tutto; i familiari,gli amici, gli affetti
delle persone intorno a lui, cancella tutto i ricordi..E quindi è stato
dichiarato 100% invalido psichico cioè vuol dire non è più in grado di
gestire e amministrare i suoi beni e sono subentrati altre persone. Tutto è
cambiato non sono pagata come si dovrebbe lavorando 24 ore su 24 ore perchè
questa persona non essendo sposato non ha la famiglia propria.
Si certo, anche noi
abbiamo bisogno di guadagnare il pane e quindi mi sono lamentata come mi hanno
trattata. La risposta che ho avuto è che se noi non siamo d'accordo su questo ,
loro non hanno scelta che portare il nostro datore di lavoro alla Casa di
Riposo. Ma lui, il nostro datore di lavoro non merita di questo
trattamento perchè anch se gravamenta ammalato è legato ancora alla sua
casa,sradicarlo avrebbe avuto un effetto negativo su di lui.
Così abbiamo deciso, dico "abbiamo" perché lavoro con mia sorella. Per
amore, rispetto e gratitudine di assistere il nostro datore di lavoro fino alla
fine dei suoi giorni terrene perché noi ci sentiamo i suoi familiari.
Palermo 7 Marzo 2013
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